Con questo articolo cominciamo un viaggio nel mondo della burattatura: un percorso in due tappe che ci porterà a scoprire i dettagli di questa pratica che attira, incuriosisce, ma spesso rischia anche di confondere. Perché? Perché la burattatura è un capitolo complesso della decorazione, che richiede strumenti e materiali specifici, ma anche qualche conoscenza tecnica sul suo funzionamento.
Ci contattate spesso per avere consigli e suggerimenti sulle macchine da scegliere, gli abrasivi da usare, i tempi di lavorazione e così via. Ecco perché abbiamo pensato di raccogliere in un’unica guida tutte le informazioni essenziali sulla burattatura, che speriamo sarà utile tanto a chi deve ancora scoprire questa modalità di decorazione, quanto a tutti gli artisti che vogliono approfondirne e perfezionarne la pratica.
In questo primo capitolo scopriremo che cos’è la burattatura, come funziona, per cosa si utilizza e quali sono gli strumenti e le materie prime essenziali di cui hai bisogno.
Il processo di burattatura
Come sempre, si comincia dall’inizio. Partiamo quindi dal nome, burattatura, che come potrai immaginare viene da buratto, che è la macchina con cui si realizza il processo. Anticamente, con il termine buratto si indicava il macchinario utilizzato per separare la farina dalla crusca: un setaccio di forma cilindrica, inserito all’interno di un contenitore più grande, che veniva ruotato ed agitato per filtrare la farina.
I buratti che si utilizzano oggi per la decorazione non prevedono il setaccio, ma si basano comunque sugli effetti di rotazione, vibrazione e frizione tra un oggetto e dei materiali abrasivi, di cui parleremo più avanti, che “purificano” la sua superficie.
Nella sua definizione più generale, quindi, la burattatura è un processo che ha l’obiettivo di rifinire, eliminare i difetti e lucidare le superfici rigide tramite la frizione e può essere applicata su moltissimi materiali diversi: dal legno al metallo, dalla pietra alle plastiche, ma non solo.
La frizione avviene all’interno di un contenitore cilindrico che viene fatto ruotare o vibrare ad alta velocità. All’interno del cilindro, insieme agli oggetti su cui lavorare vengono inseriti materiali abrasivi di vario tipo e, in alcuni casi, acqua. In base al materiale da trattare varieranno i cicli di burattatura, i materiali abrasivi da utilizzare e anche i tempi e i modi di utilizzo del buratto, ma il principio operativo rimane sempre il medesimo.
I diversi tipi di buratto e come scegliere quello giusto
Possiamo individuare tre tipologie di macchine per la burattatura:
- Il buratto a rotazione, che funziona tramite rotazione del cilindro e prevede l’utilizzo di abrasivi come pezzetti di legno o di ceramica, oppure paste o polveri abrasive.
- Il buratto a vibrazione, che invece prevede l’inserimento di acqua insieme ai materiali abrasivi. Il movimento meccanico, in questo caso, è di vibrazione.
- Il buratto magnetico, che funziona comunque a rotazione, ma con un principio diverso: è un magnete, in questo caso, ad attivare la rotazione di piccoli aghi in metallo che vengono inseriti nella vasca di burattatura. Il buratto magnetico non ulteriori materiali abrasivi.
Quali sono i pro e i contro di queste macchine e come scegliere quella giusta per te?
Il buratto rotativo è una macchina dai costi piuttosto bassi ed è semplice da usare. Non richiede supervisione durante il lavoro e non crea molto rumore. I suoi svantaggi? Impiega molto tempo per un ciclo, richiede una maggiore quantità di legnetti e abrasivi. Questo tipo di buratto è adatto a tutti i materiali, ma devi tenere presente che ha un’azione più incisiva sulla materia prima e tende a smussare e arrotondare le forme.
Il buratto a vibrazione è certamente più veloce e utilizza meno materiali abrasivi. Funziona meglio anche su materie prime più delicate perché tende a mantenere la forma originale dell’oggetto. È anche particolarmente indicato per la lucidatura dei metalli. Richiede però maggiore esperienza, supervisione durante le operazioni ed è anche più costoso.
I vantaggi principali del buratto magnetico sono la velocità delle operazioni e la capacità di rifinire ottimamente oggetti dalle superfici complesse, con fessure, solchi e trame intricate: i gioielli, ad esempio. Non è invece adatto per superfici piatte.
Come vedi, quindi, la scelta del buratto dipende dalle tue esigenze e dai tuoi obiettivi. Prima di acquistarlo dovrai farti almeno alcune di queste domande:
- Che tipo di materiale utilizzerai, in prevalenza?
- Quanto ne vuoi usare, ogni volta?
- In che tempi hai bisogno di realizzare i tuoi prodotti?
- Hai tempo da dedicare alla burattatura, per seguire il macchinario durante il suo lavoro?
- Quanto vuoi spendere?
In base alle risposte, potrai scegliere la tua direzione!
I materiali abrasivi
Per ottenere l’effetto di lucidatura, gli oggetti devono entrare in contatto e in frizione con del materiale abrasivo che possa portare via le impurità, senza danneggiare l’oggetto. Nella burattatura utilizziamo quindi abrasivi come legnetti, ceramiche, sfere metalliche o sassi. Nel caso del buratto magnetico, come abbiamo visto, si utilizzano solo degli aghi in metallo. Esistono poi diverse tipologie di paste o polveri abrasive che vanno aggiunte nel cilindro per agevolare ulteriormente il processo.
La scelta dei materiali abrasivi non dipende solo dal tipo di materiale da lavorare, ma anche dalla fase del processo di burattatura: di norma si parte con un ciclo di sgrossatura, per eliminare i difetti più marcati, per poi passare alla levigatura e infine alla lucidatura. Come immaginerai, ci sono paste e abrasivi più adatti per la sgrossatura e altri che invece sono ideali per dare maggiore brillantezza. Ma non preoccuparti, perché di norma sulle confezioni si trovano sempre le indicazioni di utilizzo specifiche!
Le applicazioni principali della burattatura
Dopo aver scoperto cos’è e come funziona la burattatura, quali sono le tipologie di buratto e come si svolge il processo, arriviamo infine a scoprire su quali materiali e oggetti si può praticare.
Di norma, i materiali più comunemente sottoposti a burattatura sono:
- materiali plastici (acetato di cellulosa, poliammidi, poliesteri, ecc)
- metalli preziosi e leghe di metallo
- materiali naturali come legno, corno, madreperla
- pietre
Se pensiamo alle applicazioni principali, invece, la burattatura viene utilizzata in particolare per la rifinitura e la lucidatura di gioielli e piccoli accessori, come spille, bottoni, bigiotteria.
Ma anche per oggetti decorativi, piccoli soprammobili o simili. Ultimamente, ad esempio, si sta diffondendo molto un tipo di burattatura molto in voga negli Stati Uniti, il rock tumbling, che permette di ottenere delle pietre levigate e lucide come quelle che si trovano in riva al mare.
Come diciamo sempre, anche in questo caso l’unico limite è la tua creatività!
L’importante è avere un obiettivo chiaro in mente e sapere come fare per ottenerlo. E, con questa guida, speriamo proprio di averti fornito delle indicazioni utili per cominciare a muoverti nel mondo della burattatura.
Nel prossimo articolo, in uscita a breve, affronteremo la lucidatura di metalli e gioielli.
Continua a seguirci!